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domenica 13 agosto 2017

Carla Boni - Piccola spiaggia/L'ultimo giorno (1964)













Quando nel 1964 Carla Boni partecipa alla prima edizione di "Un disco per l'estate", presentata da Pippo Baudo e Brunella Tocci (miss Italia 1955), la sua carriera sta attraversando un periodo di calo di popolarità, dopo i tanti successi del decennio precedente ("Viale d'autunno", con cui vinse Sanremo nel 1953, "Acque amare" del maestro Carlo Alberto Rossi, "Mambo italiano", la celeberrima "Casetta in Canada"): la Fonit-Cetra non le rinnova più il contratto dopo il flop del 1961 con "Tu con me", che non entra in finale al Festival di Sanremo, e dopo una parentesi alla Vis Radio nel 1963 firma con la Polydor. L'etichetta è disposta a credere in un suo rilancio e quindi, dopo due 45 giri pubblicati nello stesso anno, in quello successivo iscrive la Boni a "Un disco per l'estate" con "Piccola spiaggia", che presentiamo oggi più che altro per il suo lato B, "L'ultimo giorno", che è un brano interessante dal punto di vista storico, come vedremo. Scritta da Angelo De Lorenzo su musica di Giuseppe Cappelletti e Vittorio Buffoli, che dirige l'orchestra in entrambi i brani, "Piccola spiaggia" segue la moda yé-yé e la voce della Boni dimostra la sua duttilità, adattandosi al nuovo stile al punto che si fa fatica a riconoscere in lei la cantante degli anni '50: la canzone però viene eliminata e non accede alle fasi finali della manifestazione. Il retro invece è particolarmente importante in quanto vede il debutto come autori dei fratelli Conte, Paolo e Giorgio, e ovviamente la rilevanza è più che altro dal punto di vista storico visto che musicalmente "L'ultimo giorno", pur avendo delle particolarità nella linea melodica che riconducono a brani successivi e più maturi di Paolo Conte, non viene particolarmente valorizzata dall'arrangiamento dell'orchestra del Maestro Buffoli, che appiatisce un po' il tutto. In SIAE la musica risulta firmata oltre che da Paolo anche da Pino Massara, il cui nome però non appare sull'etichetta. Il testo di Giorgio Calabrese e Giorgio Conte descrive l'ultimo giorno di una vacanza, ed anche l'autore genovese ha in effetti scritto cose migliori. Pochi mesi dopo, a settembre, i fratelli Conte pubblicheranno un'altra canzone, "Ed ora te ne vai", incisa dalla brava ma sfortunata Vanna Brosio, il secondo passo di una carriera nel mondo musicale che per molti anni sarà solo come autori (con qualche piccolo excursus nel jazz).

1) Piccola spiaggia (Angelo De Lorenzo-Giuseppe Cappelletti-Vittorio Buffoli)
2) L'ultimo giorno (Giorgio Calabrese-Giorgio Conte-Pino Massara-Paolo Conte)

domenica 6 agosto 2017

Carlo Pierangeli e il Trio Aurora, con Gianni Armand e il suo complesso - "Ciao Turin" n. 1 (1957)









Oggi propongo uno di quei dischi in piemontese che in generale riscuotono meno consensi rispetto a quelli in italiano: e invece sono proprio questi i dischi che mi piace riscoprire, quelli che nessuno ricorda ma che tramandano la memoria di cantanti come Carlo Pierangeli, che vedete nella foto qui a destra (a proposito: la Tina a cui è dedicato all'autografo è mia mamma, grandissima appassionata di musica leggera e collezionista di foto autografate dei cantanti della sua gioventù....eh sì, da qualcuno dovevo pur prendere...).
Proprio di Carlo Caniggia (questo è infatti il suo vero nome) è l'EP di oggi, realizzato con il complesso di Gianni Armand e la collaborazione ai cori del Trio Aurora, pubblicato dalla Columbia nell'agosto 1957. Tre canzoni di questo disco sono tra le più celebri della nostra tradizione: la prima, "Ciao Turin", fu scritta da Carlo Prato, il celeberrimo scopritore del Trio Lescano, di Ernesto Bonino e del Duo Fasano, poco prima della sua scomparsa, il 4 febbraio 1949 (il musicista era nato a Susa il 15 aprile 1909). Il testo è firmato da Prato, che è lo pseudonimo dell'attore Luigi Lampugnani, ed è più attuale che mai oggi, perché ci ricorda un periodo in cui i migranti eravamo noi torinesi: "Ciaô Turin, mi vadu via, / vad luntan a travaié". Come al solito, in internet si trovano spesso autentiche castronerie: una di queste, ad esempio, è che la canzone sia stata in origine in italiano e che poi l'abbia tradotta in italiano Gipo Farassino (potete ad esempio leggere questa bufala qui), ma in realtà già la prima versione, incisa da Tino Vailati, è in piemontese. Nel 2007 Marco Carena ha reinterpretato la canzone, dando anche il titolo a un album che racchiudeva canzoni folk piemontesi (lo potete trovare qui). "Sciass, sciass, sciass" è, come dice la definizione in copertina, un valzer moderato; il termine significa stretto. Il lato B si apre con "Me ideal", che è una delle canzoni piemontesi più belle, scritta nel 1906 dal chitarrista e mandolinista Ermenegildo Carosio (nato ad Alessandria nel 1866 e morto a Torino nel 1928) con il testo di Giacinto Ferrero.
Da "La Stampa" di sabato 19 maggio 1928
Ecco, Ermenegildo Carosio è un altro personaggio da scoprire: fu infatti uno dei primi italiani (se non il primo) a suonare il ragtime, nato in America a fine '800, che fu uno dei generi precursori del jazz: infatti Carosio incise in Germania ai primi del '900 in trio con il fratello Ettore e il figlio Ermenegildo junior tre sue composizioni intitolate "Ragtime", "Flirtation Rag" e "Detective Rag", usando lo pseudonimo E. Oisorak. Ma non solo: un suo arrangiamento di un'aria della "Traviata" venne inserito con il titolo "Hear my song Violetta" nella colonna sonora del "Pinocchio" della Disney e poi incisa da Frank Sinatra (ed è stata recentemente ristampata in CD, leggete gli autori in copertina).Insomma, merita o no di essere riscoperto Carosio? Sempre lui inoltre è stato il rielaboratore della celeberrima "La monferrina", con cui si chiude l'EP.

LATO A

1) Ciao Turin (Lampo-Carlo Prato)
2) Sciass, sciass, sciass (tradizionale; elaborazione di Gianni Armand)

LATO B

1) Me ideal (Giacinto Ferrero-Ermenegildo Carosio)
2) La monferrina (riduzione di Ermenegildo Carosio)