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domenica 30 marzo 2014

Piero Montanaro - Fiore d'ingenuità/Mondo di carta (1977)












Ritorniamo a parlare del cantautore piemontese Piero Montanaro, del quale tempo fa avevamo presentato un 45 giri, con un'altra incisione pubblicata nel 1977 dalla
Come si può vedere dai nomi degli autori, continua comunque la collaborazione con Vittorio De Scalzi e Mauro Panattoni, che scrivono le musiche dei due brani; le due canzoni inoltre sono registrate allo "Studio G" di Genova.
I testi invece sono scritti da Montanaro con Lanfranco Busnelli, paroliere tra l'altro di alcuni brani di Simone Tomassini.
"Fiore d'ingenuità" ricorda certe melodie dei New Trolls di quel periodo (1976-1978), con un testo d'amore; anche "Mondo di carta" è una canzone d'amore, musicalmente più melodica, ed entrambi i brani si distaccano da quella che sarà la produzione successiva di Piero Montanaro.

1) Fiore d'ingenuità (Piero Montanaro-Lanfranco Busnelli-Mauro Panattoni-Vittorio De Scalzi)
2) Mondo di carta (Piero Montanaro-Lanfranco Busnelli-Mauro Panattoni-Vittorio De Scalzi)

martedì 18 marzo 2014

Sergio Endrigo - Canzoni venete (1976)




Oggi esaudiamo una delle richieste che sono pervenute al blog con questo bel disco di Sergio Endrigo, che inaspettatamente è stato richiesto da più utenti in più occasioni: inaspettatamente perché si tratta di un disco di canzoni folk dell'area veneta, e non è certo uno dei dischi più noti di Endrigo, pur essendo sicuramente uno dei più interessanti.
Non è mai stato stampato in CD, come peraltro altri LP del cantautore: qualche tempo fa la figlia Claudia, che con caparbietà e costanza porta avanti la memoria del suo papà, si era data da fare per fare pressioni sulla Warner (che, se non vado errato, detiene i diritti della Fonit-Cetra) per ristampare in digitale i dischi del padre, ed in effetti qualcosa era stato pubblicato, compresa una doppia raccolta dei 45 giri: non sono stati invece stampati i dischi registrati per la Vanilla, quelli per l'RCA e quelli per la Ricordi, tra cui appunto questo "Canzoni venete".
Tra l'altro con l'occasione di questo post possiamo festeggiare il compleanno (o per meglio dire l'anniversario del suo acquisto da parte del cantautore)  di Paco, il pappagallo brasiliano a cui Endrigo in collaborazione con Vinicius dedicò una celebre canzone, recentemente riproposta da Alessio Lega.
E al pappagallo si collega la canzone che apre il disco, "El merlo", non solo perché si tratta in entrambi i casi di volatili, ma perché l'arrangiamento del brano lo ricorda, ed è anch'essa una canzone per bambini.
Tutt'altra l'atmosfera di "El ben che te voj", delicata canzone d'amore acustica arrangiata (come tutti gli altri brani, che sono tradizionali) da Gianfranco Lombardi.
Mia Martini canta con il cantautore in "O dona lombarda" e in "Cecilia", che in realtà sono due brani che si ritrovano in molte tradizioni del Nord Italia, non solo in Veneto: ne esistono versioni in lombardo e in piemontese (la prima è stata incisa tra gli altri anche dai Cantovivo nel disco "Leva la gamba" e da Angelo Branduardi nell'album "Futuro antico III"); in "O dona lombarda" inoltre suona la chitarra Ettore Cenci.
"La dona grassa" è un altro tema presente in moltissime tradizioni, anche al sud: basta pensare che negli ultimi versi del brano veneto di parla della donna riccia che per ogni riccio ha un capriccio, e viene in mente il pugliese Domenico Modugno con "La donna riccia"; la canzone è poi stata modificata nel testo alla fine dell'800 dagli anarchici, diventando la celeberrima "Bandiera nera", e così versi come "La donna grassa non la voglio no, perché de notte la me sconquassa, la donna grassa non la voglio no" sono sostituiti da "Bandiera nera non la voglio no, perché l'è il simbolo della galera, bandiera nera non la voglio no".
"Fa la nana bel bambin" e "Nana bobò" sono due ninnenanne delicate, seguite da una canzone in cimbro, e che per questo motivo è l'unica di cui all'interno della copertina sia riportata la traduzione, "Da orch in Martal", che nel finale si trasforma in una marcetta.
Molto conosciute sono "O Dio del cielo" e "Me compare Giacometo", in cui il protagonista è in realtà il suo gallo, a cui la padrona tira il collo.
"Che bele tetine che ga la Marianna" è un valzer lento, mentre conclude il disco "No la sa cusir".
Un album con cui probabilmente Sergio Endrigo, che come sappiamo era istriano di Pola, si riappropria in un certo modo delle sue radici musicali popolari, essendo per motivi storici l'Istria da sempre legata a Venezia (ricordiamo che storicamente il territorio della Repubblica Marinara di Venezia, la Serenissima, ha avuto un'unità politica, economica e linguistica di poco più di 700 anni).

LATO A

1) El merlo
2) a) El ben che te voj
    b) O dona lombarda
3) El Mario de Pagia
4) a) La dona grassa
    b) Se te tol 'na dona grassa
5) a) Longa longa
    b) Vilota
6) Questa è la note che non dormo in leto

LATO B

1) Cecilia
2) a) Fa la nana bel bambin
    b) Nana bobò
3) Da orch in martal
4) a) O Dio del cielo
    b) Che bele tetine che ga la Marianna
5) Me compare Giacometo
6) No la sa cusir

venerdì 14 marzo 2014

Gipo Farassino - Turin bel cheur (1979)












Nel 1979 Gipo Farassino ritorna per la terza volta alla Fonit-Cetra, dopo la prima parentesi alla Polydor e la seconda alla Feeling Record, piccola etichetta distribuita dalla CGD: è l'ultimo periodo in cui la casa discografica ha ancora la sede torinese in via Bertola, che di lì a poco verrà chiusa ed accorpata a Milano.
Il disco, registrato in un'unica seduta il 4 settembre, si apre con la title track, un motivo allegro che rende omaggio alla città natale di Gipo
"La prima volta" è un valzer che racconta l'amore giovanile per una certa Monica, con cui il protagonista della canzone (paragonato dalla ragazza a John Travolta) vorrebbe vivere la sua prima volta, ma giunto al momento cruciale ha un'amara sorpresa, mentre "Barrierante's night" è un blues in cui la voce di Gipo ricorda alcune cose di Buscaglione.
"Per Valentina" è una fiaba dedicata ad una delle due figlie del cantautore (l'altra è Caterina), mentre "El temp dle fiur" conclude il lato A.
"Campa la ciav" che apre il lato B è una tarantella, con tanto di mandolino, che in alcuni passaggi strumentali fa venire in mente "Don Raffae'" di Fabrizio De André (posteriore però di più di dieci anni), mentre "Serenada a mama", "Mia solitudine" e "Stà libertà" sono canzoni nate all'interno di due spettacoli teatrali di Gipo, e sono tre canzoni molto poetiche (per quei pochi ahimè che riescono a capire i testi).
"Turin 78" inizia come una marcia per poi trasformarsi in ballata, con un testo particolare che paragonando la Torino del passato con quella della fine degli anni '70 cita anche l'assassinio di Carlo Casalegno da parte delle Brigate Rosse.
Sul retro di copertina vi è una presentazione del disco scritta dal regista Massimo Scaglione (il marito della celebre ballerina Loredana Furno).
L'album è arrangiato da Romano Farinatti, collaboratore abituale di Gipo ed autore delle musiche di due canzoni, "Barrierante's night" e "Turin 78"; tra i musicisti che partecipano all'incisione ricordiamo il noto chitarrista Luigi Catalano, oltre al contrabbassista Giorgio Marotti e a Claudio Farinatti, fratello di Romano, alla batteria e alle percussioni.

LATO A

1) Turin bel cheur (Gipo Farassino)
2) La prima volta (Gipo Farassino)
3) Barrierante's night (Gipo Farassino-Romano Farinatti)
4) Per Valentina (Gipo Farassino)
5) El temp dle fiur (Gipo Farassino)

LATO B

1) Campa la ciav (Gipo Farassino)
2) Serenada a mama (Gipo Farassino)
3) Turin 78 (Gipo Farassino-Romano Farinatti)
4) Stà libertà (Gipo Farassino)
5) Mia solitudin (Gipo Farassino)

domenica 9 marzo 2014

Bruno Lauzi - Alla grande... (1979)













Oggi presentiamo un altro album di Bruno Lauzi: siamo alla fine degli anni '70, e "Alla grande..." è il terzultimo LP inciso per la Numero Uno (seguiranno un Q disc e nel 1983 "Palla al centro", di cui prima o poi ci occuperemo).
Il disco contiene anche due brani pubblicati nel 1978 su 45 giri, "Ah l'amore" e "Sconosciuto amore mio": il primo aveva partecipato al Festivalbar in quell'anno, ed è forse la canzone più nota dell'album, insieme a "Canzone d'amore" e la divertente "L'uomo bamba", entrambe pubblicate anch'esse su 45 giri poco prima dell'uscita dell'album.
Non vi sono novità particolari nelle canzoni: lo stile è quello tipico di Lauzi, ma vi sono molti brani interessanti e piacevoli, tra cui (come è ormai abitudine nei dischi del cantautore genovese) una cover di Paolo Conte, "Bartali", in cui l'avvocato suona il pianoforte; ricordiamo che nello stesso anno era stata pubblicata sia la versione originale sia la celeberrima cover di Jannacci (nell'album "Fotoricordo").
La title track contiene una citazione polemica verso Eugenio Finardi: nel disco precedente, in "Io canterò politico", veniva citato Guccini (in modo, bisogna dire, molto più amichevole), ed è con questo brano che "Alla grande" si colloca in continuità.
Da citare inolte "Pensa per te", con musica di Simonluca, e "La balordaggine", scritta dai fratelli Camillo e Corrado Castellari (come sapete, quest'ultimo ci ha lasciato qualche mese fa).
Tra i coristi è da citare Marco Ferradini, che poco prima ha iniziato la carriera come solista.
Produce Alessandro Colombini, che si occupa anche degli arrangiamenti (tranne che per "Bartali", che arrangia con Conte, e "Pensa per te", in cui collabora con Simonluca).

LATO A

1) Canzone d'amore (Bruno Lauzi)
2) Bartali (Paolo Conte)
3) Sconosciuto amore mio (Bruno Lauzi)
4) L'uomo bamba (Bruno Lauzi)
5) Canzone disperata (Bruno Lauzi)
6) Alla grande (Bruno Lauzi)
 
LATO B


1) Ah...l'amore (Bruno Lauzi)
2) Marianna (Bruno Lauzi)
3) Pensa per te (Bruno Lauzi-Simonluca)
4) La macchina (Bruno Lauzi)
5) La balordaggine (Camillo e Corrado Castellari)
6) Passatempo (Bruno Lauzi)

martedì 4 marzo 2014

Paolo Comorio - Il soldato/Una valle-Un richiamo-Una preghiera (1964)













Di Paolo Comorio avevamo parlato presentando due 45 giri di Giorgio Santiano: il maestro pinerolese (ma adottato da Diano Marina) lo ritroviamo anche in questo disco di Comorio (inciso con il gruppo beat dei 55 Springs), di cui Santiano è autore delle musiche.
I testi sono invece di Tito Orbecchi, sconosciuto paroliere piemontese: per fortuna ci viene in soccorso la copertina di questo disco, che sul retro ha alcune notizie biografiche e ci informa che è nato il 26 febbraio 1911 a Villafranca Piemonte, e questo dovrebbe essere il suo primo disco inciso come autore.
Il brano sul lato A, "Il soldato", è una canzone antimilitarista con una musica in stile beat e la batteria che risulta in evidenza sugli altri strumenti.
Sul retro un lento con la chitarra elettrica in evidenza e un organo che accompagna il cantato; il testo è d'amore, tutto sommato abbastanza banale.
Il disco è pubblicato dalla Artis, etichetta di proprietà di Santiano.

1) Il soldato (Tito Orbecchi-Giorgio Santiano)
2) Una valle-Un richiamo-Una preghiera (Tito Orbecchi-Giorgio Santiano)