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lunedì 12 marzo 2012

Marisa Sannia - La pasta scotta (1976)












Chi ha seguito gli ultimi dischi pubblicati da Marisa Sannia in lingua sarda ha avuto modo di apprezzare le sue qualità di autrice e di musicista raffinata e di gusto: pochi sanno però che gli esordi come autrice della cantante pupilla di Sergio Endrigo risalgono agli anni '70, ad un album che non esito a definire un piccolo gioiellino, uno dei miei preferiti in assoluto: “La pasta scotta”.
Il disco fu pubblicato nel 1976 (la matrice è datata 1 ottobre), gli arrangiamenti sono curati da Danilo Vaona, e si fanno decisamente apprezzare, forse non per l'originalità ma sicuramente per la cura sonora e il buon gusto.
Passando alle canzoni, la title track è un valzer-ballata stile west coast: se fosse in inglese me la immagino nel repertorio di una Linda Ronstadt o di una Nicolette Larson; anche altre canzoni si rifanno decisamente a questo stile, penso a “E' freddo il tuo caffè”, che pare una cover di Neil Young ed è, invece, scritta testo e musica dalla Sannia (come del resto tutti i brani di questo disco).
“Se sarà più bello” è la classica canzone cantautorale, con un inizio con la chitarra arpeggiata, a cui poi si affiancano gli altri strumenti, tra cui il violino negli intermezzi delle strofe cantate; ed anche “Stagioni nuove” si basa sull'arpeggio della chitarra, mentre il testo, sul trascorrere del tempo e sui cambiamenti, è tra i più interessanti, con un'armonica a bocca che si aggiunge nel finale (peccato che non siano riportati i nomi dei musicisti).
“Vorrei essere io” è una delicata canzone d'amore che chiude il lato A, mentre la canzone che apre il lato B, “Il guardiano”, si stacca un po' dalle atmosfere precedenti ed è sicuramente la più ritmata del disco.
Un po' sottotono “Ma chi sei”, mentre invece è molto bella “Ma quale regina”, sia per la musica, basata sugli archi e sulla chitarra, che per il testo che è su un amore finito e sulla disillusione che ne segue, con dei riferimenti però molto precisi alla presa di coscienza delle donne ed alle lotte femministe di quegli anni (espressi però in modo metaforico e poetico).
“Masticavo chewingum” è una ballata in cui la Sannia racconta la sua adolescenza e la sua giovinezza, paragonandole alla sua vita da adulta.
Conclude il disco “Anche se non so nuotare”, che superando i sei minuti è la canzone più lunga del disco, ed una delle più belle e interessanti: una riflessione sulla vita, un mare in cui ci ritroviamo a doverci muovere anche senza saper nuotare, dal momento della nascita, e sul suo senso. Musicalmente il brano si caratterizza per la lunga coda strumentale, con riferimenti al Neil Young di “On the beach” e “Zuma”, ed il basso in evidenza.
Un disco che, ovviamente, non è mai stato ristampato in cd.

LATO A

1) La pasta scotta
2) Se sarà più bello
3) E' freddo il tuo caffé
4) Stagioni nuove
5) Vorrei essere io

LATO B

1) Il guardiano
2) Ma chi sei
3) Ma quale regina
4) Masticavo chewingum
5) Anche se non so nuotare

4 commenti:

  1. Grandissimo regalo, grazie. Conoscevo solo la canzone principale, poi pochi giorni fa ho scoperto "E' freddo il tuo caffe'" e mi sono chiesto come avrei potuto procurarmi il resto...
    La cosiddetta promozione di un disco effettivamente è essenziale. In quel 1976, un'epoca in cui - tranne un Sanremo in cattive acque - erano state un po' troppo prematuramente decapitate tutte le manifestazioni musicali tv, di certe canzoni e di certi interpreti non si sapeva praticamente nulla. Un peccato.
    Ciao.

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  2. Anch'io voglio ringraziarti per questo grandissimo regalo.
    Ne sono proprio contento.
    Roberto59

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  3. Grazie per questo bel disco e per avere ricordato la grazia e il buon gusto di Marisa Sannia. Davvero un bel regalo in questi tempi grigi!

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  4. Bell'album! Ho il 33 giri e gradirei fosse stampato il cd. Una delle prime produzioni di cantautorato al femminile: Marisa Sannia era ed e' un'artista bravissima! Grazie per la bella recensione!

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