Cerca nel blog

domenica 8 gennaio 2012

AA.VV. - Cantagiro 1969 & Casatschok (1969)












Come già sapete, negli anni '60 e '70, in occasione delle varie manifestazioni musicali, ogni casa discografica preparava la propria compilation, e quindi per un festival come quello di Sanremo c'era l'album dell'RCA, quello della Ri-Fi, e così via.
Abbiamo già presentato dischi di questo tipo, ed oggi parliamo del 33 giri della CGD legato al Cantagiro del 1969, che ha inserito nel titolo anche la canzone “Casatschok” che di quella manifestazione era stato uno dei maggiori successi, interpretato da Dori Ghezzi che però incideva per la Durium: quindi qui viene riproposta da Rika Zarai, cantante israeliana che oggi fa la scrittrice, e che del resto aveva lanciato in Francia questo brano, ricalcato sulla canzone russa “Katyusha” di Matvey Blanter (che non è citato tra gli autori in questa antologia).
Le altre canzoni sono presenti nella versione originale, cioè quella presentata al Cantagiro: vi è anche una canzone di Dorelli, “Addio”, che non mi risulta essere tra quelle partecipanti quell'anno alla manifestazione.
Sicuramente le canzoni più note sono “Rose rosse” e “Viso d'angelo”, oltre a “Grazie dei fiori”, incisa da Paolo Simone in una versione sinceramente trascurabile; Marcella, quasi agli esordi, con “Il pagliaccio” (cover di una canzone tedesca intitolata “Sì sì signorina”, incisa anche dalla Caselli) passa inosservata, in attesa dell'exploit di “Montagne verdi”.
Curiosamente in questa edizione del Cantagiro sono presenti gli Anonima Sound, con Ivan Graziani alla voce solista, e i Baci, con alla batteria Gilberto Rossi detto “Attila” che, pochi anni dopo, diventerà il batterista “storico” di Ivan Graziani.
Apro una parentesi raccontando una cosa (su cui però, ovviamente, non ho nessuna prova): tanti anni fa parlando con Ivan Graziani dopo un concerto e chiedendogli come mai nell'album “Parla tu” la canzone omonima aveva anche la sua firma mentre nel 45 giri originale no, il cantautore mi aveva detto che, in realtà, il repertorio dell'Anonima Sound era praticamente tutto scritto da lui, con qualche contributo minimo di Gualazzi e Monacchi, ma che non le aveva potute depositare perchè non era ancora iscritto alla SIAE.
Provate ad ascoltare “Josephine”: vengono in effetti in mente i tanti ritratti femminili che Graziani dipingerà in seguito (la canzone, peraltro, non risulta depositata in SIAE).
Brave Giuliana Valci (che esegue una cover di “Les roses du Brouillard”) e Paola Musiani, e bella la canzone dei Profeti, “La mia voce”, in cui si riconosce lo stile personale del grande Totò Savio, mentre mi pare decisamente sottotono la Caselli con “Emanuel”, nonostante gli acuti, o meglio i tentativi di acuti (direi che la Caselli comincia qui la sua parabola discendente).

LATO A

1) Caterina Caselli – Emanuel (Daniele Pace-Mario Panzeri-Lorenzo Pilat)
2) Anonima Sound – Josephine (Herbert Pagani-Enzo Bonagura)
3) Giuliana Valci – Le rose nella nebbia (Claudio Daiano-Guy Dubeau-Pascal Auriat )
4) I Baci – Il successo della vita (Luciano Beretta-Claudio Cavallaro)
5) Paolo Simone – Grazie dei fiori (Mario Panzeri-Giancarlo Testoni-Saverio Seracini)
6) Marcella - Il pagliaccio (Mogol-Ralph Dokin-Günter Loose)

LATO B

1) Rika Zarai – Casatschok (Giancarlo Guardabassi-Danilo Alberto Ciotti-Boris Rubaschkin-Tony Perdone)
2) I Profeti – La mia voce (Daniele Pace-Totò Savio)
3) Paola Musiani – Deserto (Giancarlo Bigazzi-Claudio Cavallaro)
4) Johnny Dorelli – Addio (Giancarlo Bigazzi-Claudio Cavallaro)
5) Massimo Ranieri – Rose rosse (Giancarlo Bigazzi-Enrico Polito)
6) I Camaleonti – Viso d’angelo (Daniele Pace-Mario Panzeri-Flavio Carraresi-Elio Isola)

3 commenti:

  1. Sì, condivido il giudizio sul brano della Caselli, proprio bruttino.
    Roberto59

    RispondiElimina
  2. Ho ascoltato solo l'altro giorno questo disco, e devo dire che ho trovato piacevole il pezzo di Giuliana Valci, mentre quello di Simone è l'ennesimo, pessimo, tardivo esempio della moda del 1967-68 di “mashare" i brani italiani dell'era della radio con “I've been lovin you too long" di Otis Redding. Mi ha fatto invece piacere riascoltare “I Baci", unica band forlivese di successo nell'epoca beat e post beat. Ma invece, cambiando discorso e facendo una domanda stupida (nel senso che forse tutto il mondo sa la risposta tranne me): ma il Gualazzi dell'Anonima è babbo-parente di Rafael? La città è Urbino...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, come puoi leggere nella sua biografia su wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Raphael_Gualazzi

      Elimina