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lunedì 30 gennaio 2012

Herbert Pagani – Amicizia (1969)












Un disco tra i più interessanti (e tra i più dimenticati) della canzone d’autore italiana: non è mai stato ristampato in CD, come del resto gli altri di Herbert Pagani (di cui si trova solo qualche antologia), personaggio eclettico (pittore, attore, disc-jockey) italo-svizzero di famiglia ebrea.
Pubblicato alla fine del 1969, alcune canzoni erano conosciute perché già edite in vari 45 giri: “Lombardia”, versione in italiano di “Le plat pays” di Jacques Brel nel 1965, “Canta” nel 1967 e “L’amicizia” nel 1969 (era il retro di “Ahi, le Hawaii”), le prime due però vengono reincise.
“La vita dell’uomo” inoltre era stata inserita l’anno precedente da Giorgio Gaber nel suo disco “L’asse di equilibrio”.
Come di consueto Pagani si occupa dei testi, mentre per le musiche vi sono vari collaboratori: abbiamo già citato Gaber, poi c’è Alberto Anelli (a sua volta cantautore in proprio) e Guido Lombardi (a cui in Siae si aggiunge anche Ettore Lombardi).
Oltre a “Lombardia” vi è un altro brano che proviene dal repertorio di Brel: si tratta di “Che bella gente”, cover di “Ces gens là”, che due anni dopo Gaber includerà nel suo album “I borghesi”; di questa canzone esiste anche una traduzione diversa di Bruno Lauzi.
Molto interessanti i testi, mai banali e sempre particolari, per le tematiche affrontate (che spaziano dall’emigrazione alla critica della vita borghese).
La canzone più nota è senza dubbio “Albergo a ore”, pubblicata anche su 45 giri: si tratta di una canzone francese lanciata da Edith Piaf, “Les amants d’un jour”, scritta da Margueritte Monnot (l’autrice di altri successi della cantante, come “Milord” e “Hymne à l’amour”), e la versione di Pagani verrà in breve ripresa da molti artisti, tra cui Gino Paoli, Luisella Guidetti, Ornella Vanoni e Marcella Bella.
I brani sono legati tra loro o da alcuni intermezzi recitati o da rumori (a partire dalla sveglia iniziale) che danno al disco un senso di continuità, come se si trattasse di una giornata, dall’alba di “Concerto al mattino” al finale dopo “La vita dell’uomo”.

LATO A

1) Concerto al mattino (Herbert Pagani-Guido Lombardi-Ettore Lombardi)
2) Lombardia (Herbert Pagani-Jacques Brel)
3) Canta (Herbert Pagani-Tony De Vita)
4) Albergo a ore (Herbert Pagani-Margueritte Monnot)
5) L’amicizia (Herbert Pagani-Alberto Anelli)

LATO B

1) Presa di coscienza (Herbert Pagani-Guido Lombardi-Ettore Lombardi)
2) Gli emigranti (Herbert Pagani-Annalena Limentani-Ettore Lombardi)
3) La terra lavorata (Herbert Pagani-Alberto Anelli)
4) Che bella gente (Herbert Pagani-Jacques Brel)
5) La vita dell’uomo (Herbert Pagani-Giorgio Gaber)

domenica 29 gennaio 2012

Vasso Ovale - Sherry/Esisti tu (1963)












Torniamo a parlare di Vasso Ovale presentando il suo disco di debutto, pubblicato nel 1963 (la matrice è datata 15 marzo), che sul lato A presentava “Sherry”, una cover dell’omonimo bel brano portato al successo dai “The Four Seasons”.
Chi è curioso di ascoltare la versione originale del brano può trovarla nell’interessante blog “Generazioni e pick-up”,  a questo indirizzo ; sono evidenti le differenze nell'arrangiamento, che nella versione originale aveva gli impasti di voce tipici del gruppo di Frankie Valli e assenti nella versione del cantante torinese.
“Esisti tu”, con il sax in evidenza, è una canzone scritta da Achille Ovale, papà di Vasso, mentre il testo è del futuro Guardiano del Faro, il conte Federico Monti Arduini.
In entrambi i brani dirige l’orchestra il maestro Elvio Favilla.
Il secondo disco di Vasso, pubblicato pochi mesi dopo, conteneva la sua canzone più famosa, diventata un classico degli anni ’60: “Pietà”.

1) Sherry (Mogol-Bob Gaudio)
2) Esisti tu (Federico Monti Arduini-Achille Ovale)

venerdì 27 gennaio 2012

Una canzone, una storia – La donna del sud (1966) & Il treno che viene dal sud (1967)













Quest’anno il Treno del sole è stato abolito da Trenitalia…..chissà perché, ci saranno (forse) delle buone ragioni, anche se io non capisco quali.
La notizia mi ha fatto venire in mente una canzone, che mi ha dato lo spunto per la rubrica periodica “Una canzone, una storia”, che in realtà oggi parla di due canzoni: questo perché si tratta di due brani legati l’uno all’altro, in quanto il secondo è una specie di risposta al primo…una cosa che, nel mondo della canzone, è accaduta spesso, pensate a “La risposta al ragazzo della via Gluck” di Gaber, oppure a “L’anno che è venuto” di Roberto Vecchioni.
Ma andiamo con ordine….nel 1966 Bruno Lauzi pubblica un 45 giri con due canzoni: mentre quella sul lato B, “Domani ti diranno”, affronta tematiche di protesta un po’ sulla scia della linea verde di Mogol, la canzone sul lato A racconta l’amore verso una donna, Maria, che è arrivata con il treno dal sud:
Una donna di nome Maria
è arrivata stanotte dal Sud,
è arrivata col Treno del sole
ma ha portato qualcosa di più….
Ha portato due labbra corallo
e i suoi occhi son grandi così…
“La donna del sud” è sicuramente una delle canzoni più belle di Bruno Lauzi, intensa e poetica.
Sergio Endrigo ascolta il brano e ne scrive uno in cui il tema del sud viene affrontato da un punto di vista sociale: e per rendere evidente il richiamo alla canzone di Lauzi, il cantautore di Pola inserisce una citazione esplicita nei versi iniziali:
Il treno che viene dal sud non porta soltanto Marie
con le labbra di corallo e gli occhi grandi così.
Porta gente  nata tra gli ulivi,
porta gente che va a scordare il sole…
Ma è caldo il pane lassù nel nord.
“Il treno che viene dal sud” in origine è il lato B della canzone che Endrigo porta a Sanremo nel 1967, “Dove credi di andare”, ma dopo qualche mese viene pubblicata in abbinamento con una versione del brano di Lauzi cantato da Endrigo; la matrice è la stessa del primo disco, infatti “Il treno che viene dal sud” è datato 11 gennaio 1967 (come sul retro di “Dove credi di andare”), mentre “La donna del sud” è datata 14 aprile 1967.
Lauzi poi inciderà nel suo album del 1968 “I miei giorni” una canzone di Endrigo, “Girotondo intorno al mondo” (ma di questo 33 giri parleremo a tempo debito).
Come bonus tracks abbiamo inserito una versione di “La donna del sud”di Michele, dal suo album “Vivendo cantando” del 1971, una  di Maler, bravo cantautore veneto, contenuta nella raccolta del Club Tenco del 2008 dedicata a Bruno Lauzi e “Il treno che viene dal sud” nell’interpretazione di Marisa Sannia per un suo album del 1970.

Bruno Lauzi - La donna del sud-Domani ti diranno (1966)

1) La donna del sud (Bruno Lauzi)
2) Domani ti diranno (Bruno Lauzi)

Sergio Endrigo - La donna del sud-Il treno che viene dal sud (1967)

1) La donna del sud (Bruno Lauzi)
2) Il treno che viene dal sud (Sergio Endrigo)

Bonus tracks:

1) Michele – La donna del sud (1971)
2) Maler – La donna del sud (2008)
3) Marisa Sannia – Il treno che viene dal sud (1970)

giovedì 26 gennaio 2012

Quadro d'Autore - TSOP/Bluff (1974)













Misteriosi questi “Quadro d’autore”, complesso torinese che la Cetra probabilmente cerca di spacciare come stranieri, pubblicando il disco con l’etichetta “Fonit Cetra International” nel 1974 (la data sulla matrice è 18 giugno).
Ma l’origine torinese è tradita dai nomi dei produttori, gli sconosciuti Ronco e Varetto, e da quelli degli autori del lato B, che sono due torinesi doc: il paroliere-dentista Renato Scala ed Umberto Tozzi, non ancora famoso; inoltre il gruppo suona nell'autunno dello stesso anno per alcune settimane alla “Cometa” di Piobesi (nello stesso locale suona nello stesso periodo Claudio Baglioni, fresco di vittoria al Festivalbar, come si può vedere dai ritagli de "La Stampa" di quel periodo).
Tra l'altro questo è un disco molto ricercato dai collezionisti di Umberto Tozzi (proprio per il lato B), e non molto diffuso.
“TSOP” è una versione del successo del momento dei MFSB (Mother, Father, Sister, Brother), gruppo di studio di Philadelphia messo insieme dai due produttori Kenneth Gamble e Leon Huff, brano notissimo che è più apprezzabile nella versione originale.
“Bluff” è sicuramente più interessante, in particolare per l'uso dei fiati, mentre le parole sono difficilmente comprensibili: questi “Quadro d'autore” dovevano essere una formazione molto numerosa, almeno sentendo queste che mi risultano essere le loro uniche due incisioni, e chissà chi c'era tra i componenti.
Forse una pista potrebbe però saltar fuori: nel sito di un chitarrista, Giorgio Camese, infatti si possono leggere queste parole: “Intanto Giorgio residente a Torino è un chitarrista e cantante molto richiesto ed accetta la proposta di entrare in una band famosa (Quadro d’Autore) che si era esibita con i cantanti;Adriano Pappalardo e Umberto Tozzi. Accetta ed è in Tournee in tutta Italia per circa 2 anni”. Al di là del fatto che il gruppo, al contrario di quello che afferma Camese, non era certo famoso, da questa frase si può dedurre che probabilmente molti dei componenti dei “Quadro d'Autore” provenivano dal complesso di Patrick Samson, che poi erano divenuti il gruppo di Pappalardo per 2 o 3 anni, e in cui Umberto Tozzi suonava la chitarra, e quindi tra i componenti potrebbero esserci  Lino Rossi al trombone, Pier Luigi Mucciolo alla tromba, Giorgio Balocco al sax e Sergio Brunetti alle tastiere....sicuramente non c'erano il bassista del gruppo, Guido Guglielminetti, e il batterista Euro Cristiani che, dopo l'esperienza con Pappalardo, avevano iniziato a lavorare come session man alla Numero Uno.
Ma questa, lo ripeto, è solo una mia ipotesi.

1) TSOP (The Sound Of Philadelphia) (Kenneth Gamble-Leon Huff)
2) Bluff (Renato Scala-Umberto Tozzi)

lunedì 23 gennaio 2012

Bob & Luis - Per amore di Jane/Oceano (1970)













Chi segue il blog del Vampiro qualche giorno fa ha potuto leggere alcune notizie sul primo album dei Ricchi e Poveri, in cui è contenuta anche la canzone “Oceano”.
Nello stesso anno, in maggio, la canzone era stata pubblicata su un 45 giri da un duo misterioso, Bob & Luis, che incideva per la stessa etichetta, l’Apollo di Edoardo Vianello; sull’etichetta del disco tra l’altro, c’è scritto “Produzione: Ricchi & Poveri”.
All’ascolto ci si rende conto che la base musicale è la stessa per entrambe le versioni: erano quindi state sovrapposte in un caso le voci del quartetto e nell’altro quelle del duo….e sveliamo subito che uno dei due non è altro che l’autore delle musiche di questo brano e di quello sul lato A, l’ex batterista dei Go Karts e degli Apostoli (con cui aveva anche inciso due 45 giri), Roberto Conrado.
Gli Apostoli erano diventati alla fine degli anni ’60 il gruppo di accompagnamento di Edoardo Vianello e Wilma Goich, e per questo motivo Conrado era stato coinvolto da Vianello al momento della fondazione della Apollo.
E se Bob è Conrado, chi è Luis, l’altro componente del gruppo? Vediamo chi per primo, tra gli amici del blog, lo indovina…un aiuto: ha avuto in seguito una discreta carriera come compositore per altri interpreti.
Passando invece alla canzone sul lato A, “Per amore di Jane” è un po’ sulla falsariga di Simon & Garfunkel, con un testo d’amore e l’orchestra in evidenza, orchestra che in entrambi i brani è diretta da Guido e Maurizio De Angelis
In seguito Conrado avrà molto successo come autore di canzoni per Renato Zero.

1) Per amore di Jane (Franco Califano-Edoardo Vianello-Roberto Conrado)
2) Oceano (Franco Califano-Roberto Conrado)
Bonus track:
3) Ricchi e Poveri - Oceano (Franco Califano-Roberto Conrado)

domenica 22 gennaio 2012

Johnson Righeira - Bianca surf/Photoni (1981)












Pur essendo stato pubblicato a nome del solo Johnson Righeira, questo disco segna invece a tutti gli effetti il debutto del duo (come potete vedere dal retro di copertina, in cui vi è Michael).
Ci ricolleghiamo ai post recenti sul demenziale torinese: ascoltando “Bianca surf” non possono non venire in mente gli Skiantos, che infatti suonano nel brano in oggetto.
“Photoni”, la canzone sul retro, con molti effetti elettronici, ricorda di più le cose che i Righeira faranno in seguito.
Completa il disco una versione punk di “Bianca surf”.
Questa è la ristampa dell’Italian Record, con distribuzione CGD, del 1981, ma il disco originale era stato pubblicato l’anno precedente dalla Meccano, con la produzione di Giulio Tedeschi e una diversa copertina.

1) Bianca surf (Johnson Righeira)
2) Photoni (Johnson Righeira)
3) Bianca surf (punk version) (Johnson Righeira)

giovedì 19 gennaio 2012

Michèle Sécher - Un mistero/Sherry-Chèry (1963)












Parlando di Rita Arnoldi abbiamo già dato alcune notizie sulla BDS e sul titolare, il maestro Carenni; Michèle Sécher, la cantante di cui parliamo oggi, non è altro che la moglie di Carenni.
“Un mistero” è un terzinato melodico, con un organo di sottofondo che, verso la fine, fa un assolo; tra gli autori della musica vi è Riz Samaritano (assente però nel deposito SIAE).
“Sherry-Chèry” è invece un cha-cha-cha, e qui è il sax ad essere in evidenza; la musica è di Arrigo Amadesi, che nel blog abbiamo già incontrato più volte.
La Sécher canta con un accento francese evidentissimo….curiosamente nel corso della sua carriera la grafia del nome cambierà molte volte, passando da Michèle a Michelle.

1) Un mistero (Ambrogio Carlo Carenni-Cesare Girola-Lorenzo Schellino)
2) Sherry-Chèry (Ambrogio Carlo Carenni-Arrigo Amadesi)

mercoledì 18 gennaio 2012

Carlo Pierangeli e il Trio Aurora, con Gianni Armand e il suo complesso (1958)













L’EP che presentiamo oggi racchiude quattro canzoni interpretate dal cantante torinese Carlo Pierangeli, con il Trio Aurora (composto in quel periodo da Pina Padovano, Claudia Dell’Aglio e Santina Della Ferrera) ed il complesso di Gianni Armand, ed è stato pubblicato nell’aprile del 1958 (ma la matrice è datata 28 gennaio 1958).
Un articolo sul festival della canzone piemonese (1957)
Due di queste canzoni hanno partecipato l’anno precedente al “Festival delle Canzoni Piemontesi”: la prima, il valzer “ Per 'na stra del borgh Vanchija”, scritta da Claudio Provera, si è classificata al primo posto, mentre “Adieu de'l berlandin” (il berlandin è in piemontese il vetturino delle carrozzelle), di Riccardo Poncini e Norberto Caviglia, al secondo.
Alcune notizie sugli autori: Claudio Provera, musicista e paroliere nato nel 1902 a Rivoli, impiegato al Comune di Torino, sin dagli anni venti si esibiva in varie tampe cittadine (dal caffè Giacosa, in piazza Statuto angolo corso principe Oddone, al bar Nino di via Sacchi) accompagnando con il pianoforte vari cantanti lirici, e si era messo in luce nell'agosto 1946 vincendo la “Festa della canzone piemontese” di Caporetto, concorso canoro legato all'elezione di miss Torino, ed aveva continuato la carriera, oltre che come autore di canzoni, anche come commediografo dialettale, ottenendo un certo successo nel 1956 con “Toni cosa 't l'ass fait!” e nel 1959 con “Mat...ma fin-a na mira”.
Provera morì a Torino il 5 luglio 1991.
Un articolo del 1934 su "I clown"
Norberto Caviglia, cugino di Norberto Bobbio (che parla del parente musicista in quest'intervista), è un personaggio particolare nella storia della musica torinese,  e si mise in luce già alla fine degli anni ’20 con canzoni spesso vicine al jazz, come “Negro, povero negro” (del 1930) per l’orchestra Chiappo, che fu il suo più grande successo; fu tra i precursori della diffusione del jazz in Italia, e nel 1931 con i maestri Edgardo Serri e Manuel De Serra (su quest'ultimo ritorneremo un giorno, spiegando il collegamento tra lui e Don Backy....a meno che  qualche amico del blog non riesca ad arrivarci da solo!) organizzò un'orchestra, chiamata “Super-jazz” (con il beneplacito del Sindacato Orchestrale Fascista che evidentemente, a dispetto di quella che è la vulgata comune, non ostacolava per nulla il jazz, almeno per tutto il decennio), all'interno di cui Caviglia si occupava dei “Singing Boys”, i cantanti.
Caviglia, dopo essersi laureato in medicina ed aver intrapreso la professione di dentista, continuò poi a scrivere canzoni per i tre decenni successivi, fino alla morte il 26 ottobre 1971.
Tra il 1933 e il 1935 era stato protagonista di un processo per plagio riguardante la canzone “Solo col mio povero cuore”: lui e l'autore del testo Enrico Maria Chiappo erano stati denunciati da Paul Beck (Paolo Beccaria) e Cavur (Ovidio Bergondo) in quanto aveva adoperato  la stessa musica che aveva in precedenza usato per un'altra canzone, “I clown”, il cui testo era stato scritto da questi ultimi due; alla fine però Caviglia e Chiappo vennero assolti (come si può leggere dagli interessanti resoconti dei quotidiani dell'epoca), ed anzi Beccaria e Caviglia collaboreranno insieme, scrivendo canzoni come “La banda 'd me pais”.
Un articolo del 1935 sul processo
Caviglia è anche autore di un altro brano dell’EP, “La canzone del Valentino”, dal sapore nostalgico, dedicato al celebre parco cittadino noto per il suo castello e per il borgo medioevale, ma anche per la bella passeggiata tra il verde lungo il Po.
Completa il disco la canzone di apertura, “Valdostana”, un samba la cui musica è scritta da Ada Liliana Pescarolo, musicista torinese nata il 3 luglio 1922 e scomparsa due anni fa, il 3 settembre 2009, che negli ultimi anni è stata una delle insegnanti di musica all’Università della Terza Età; non so chi sia invece il paroliere che si nasconde dietro lo pseudonimo “Sofocle”.
Oggi abbiamo dato ampio spazio agli autori, ma su Carlo Pierangeli avremo comunque occasione di ritornare in altri post, così come sul Trio Aurora o su Gianni Armand.

LATO A
1) Valdostana (Sofocle-Ada Pescarolo)
2) Per 'na stra del borgh Vanchija (Claudio Provera)

LATO B
1) Adieu de'l berlandin (Riccardo Poncini-Norberto Caviglia)
2) La canzone del Valentino (Norberto Caviglia)

martedì 17 gennaio 2012

Katty Line - In direzione del sole/Every body (1970)












Come Dominga e Niki, Katty Line è ricordata, più che per le sue canzoni, per le sue belle gambe, che metteva generosamente in mostra sia sulle copertine dei dischi che negli spettacoli dal vivo e nelle apparizioni televisive: se andate a rileggevi gli articoli dei giornali del 1970 su quell’edizione del Cantagiro, scoprirete che pressoché tutti, quando parlano di lei, non accennano minimamente alla canzone presentata, “In direzione del sole”, ed anche il pubblico, a leggere gli articoli, durante le sue esibizioni esprimeva rumorosamente l’apprezzamento per la francese (ma non per le sue doti vocali).
Oggi, dopo tanti anni, della canzone parliamo noi: “In direzione del sole”, scritta da Beretta e Del Prete, i parolieri ufficiali del Clan Celentano, e da Roberto Negri e Giuseppe Verdecchia (due musicisti che lavoravano per Gualtiero Guerrini alla Bentler e che spesso collaboravano con altri artisti al di fuori della loro etichetta) è un gradevole brano tardo beat, con un testo con vaghi richiami pacifisti ed hippy.
Stessi autori per “Every body”, meno interessante, con influssi blues.

1) In direzione del sole (Luciano Beretta-Miki Del Prete-Roberto Negri-Giuseppe Verdecchia)
2) Every body (Luciano Beretta-Miki Del Prete-Roberto Negri-Giuseppe Verdecchia)

lunedì 16 gennaio 2012

Rangers - Good by mr. Flinston/La città sommersa (1967)












Non sono riuscito a trovare nessuna informazione in merito al gruppo autore del 45 giri che presentiamo oggi, i Rangers, che pubblicarono due 45 giri con l’etichetta torinese DKF; l’unica cosa che so me l’ha raccontata Happy Ruggiero, il titolare della casa discografica, che, quando l’ho intervistato, mi ha detto che il gruppo era torinese e che il chitarrista si chiamava Giansereno Raimondo, per cui non dovrebbero aver nessun collegamento con altri Rangers (come ad esempio il complesso che accompagnava Remo Germani).
Giansereno Raimondo tra l’altro lo troveremo come chitarrista nel secondo album di Paolo Conte, nel 1975, ed ha avuto una discreta carriera a partire degli anni ’70 collaborando anche con Ennio Morricone.
Passando ai due brani del disco, che sono entrambi strumentali, sul lato A vi è  “Good by mr. Flinston” (scritto proprio così) che è in realtà la cover di “Good night mrs. Flintstone” dei Piltdown Men, gruppo californiano guidato da Ed Cobb (che è l’autore del brano). 
La versione dei Rangers ha una melodia suonata dal sax, in evidenza in tutto il brano, mentre la chitarra elettrica e l’organo danno le tipiche sonortità beat che differenziano la loro versione dall’originale.
 “La città sommersa”, il brano sul retro, presenta una stranezza: all’ascolto infatti la canzone è “City under the sea” degli Islanders (scritta dal chitarrista del duo, Randy Starr), anche se eseguita in una versione meno melodica; tuttavia nell’archivio Siae esiste una canzone strumentale intitolata proprio “La città sommersa” e firmata da ….Giansereno Raimondo, cioè il chitarrista dei Rangers!
Cosa può essere successo? Forse il chitarrista ha depositato la stessa musica dell’originale cambiando il titolo, così da poter comunque incassare una parte dei diritti d’autore?
Mah…. Per adesso accontentiamoci delle poche notizie che abbiamo e torniamo a “La città sommersa”, che  inizia con l’effetto dell’acqua che si mescola con l’organo: poi la melodia, che è eseguita dalla chitarra elettrica e che ricorda un po’ le colonne sonore del periodo.
In definitiva entrambi i brani sono interessanti….peccato non avere qualche notizia in più sul gruppo.

1) Good by mr. Flinston (Edward Cobb)
2) La città sommersa (Randy Starr)

domenica 15 gennaio 2012

Orietta Berti - Se non avessi più/Canzone di novembre (1962)













Questo è sicuramente uno dei dischi più rari di Orietta Berti, pubblicato quando ancora la cantante non aveva raggiunto il successo ed era stata appena scoperta da Giorgio Calabrese, che l’aveva portata alla Karim, l’etichetta per cui in quel periodo lavorava come direttore artistico: questo è il secondo 45 giri pubblicato da questa etichetta,  quasi contemporaneamente al precedente (come si può dedurre dal numero di catalogo).
La copia in mio possesso ha la particolarità che in entrambi i lati l’etichetta è la stessa,  per un’evidente errore in fase di pressaggio del vinile.
La canzone sul lato A, “Se non avessi più”, è la cover di “Si je n'avais plus” di Charles Azanavour, tradotta da Giorgio Calabrese.
Sul retro “Chanson de novembre” (in copertina però il titolo è tradotto in italiano) è la cover di un brano già inciso da Jenny Luna nel 1959, come retro di “Quelqu'un viendra demain”.
Come si può vedere dallo spartito, la musica è di Bruno Zambrini, il testo originale di Eliane Depeyre ed il testo italiano di Cicero (pseudonimo di Carlo Alberto Rossi)….ma se provate a vedere cosa scrive il sito ufficiale di Orietta Berti troverete la seguente frase: “ "Canzone di novembre", versione italiana di "Chanson de novembre", tradotta nella nostra lingua da Zambrini su musica di Depeyre”….l’esatto contrario!!
Entrambe le canzoni sono melodiche, e la voce di Orietta, seppur ancora giovane, è riconoscibilissima.

1) Se non avessi più (Giorgio Calabrese-Charles Azanavour)
2) Chanson de Novembre (Cicero-Bruno Zambrini)

venerdì 13 gennaio 2012

Jambon Street - Epatite virale/Lettera (1983)












Parlando del festival di Sanscemo abbiamo citato tra i gruppi demenziali torinesi i Jambon Street Band: oggi presentiamo la prima incisione di questo gruppo, che nel frattempo aveva abbreviato il nome (derivato dal corso principale del loro quartiere, corso Giambone), un 45 giri pubblicato dalla Studio, etichetta torinese di cui abbiamo già parlato a proposito degli Arti & Mestieri.
La busta esterna che racchiudeva il disco
Il disco, che l'anno precedente aveva vinto un concorso per band emergenti, consentì al gruppo di mettersi in evidenza con varie recensioni su riviste musicali, e di iniziare a suonare anche fuori dal Piemonte; interessante la copertina che, forse riprendendo l'idea dei due dischi di Mina del 1977, è contenuta dentro una busta di plastica nera con il nome del gruppo.
Le due canzoni, scritte da tutti i componenti del gruppo, sono due brani rock, con gli influssi delle sonorità di quel periodo, come lo ska in "Epatite virale" (con gli indimenticabili versi "Ho mangiato le cozze e suono il rock'n'roll") o il reggae in "Lettera"; in entrambe le canzoni in evidenza il reggae.
A questo 45 giri farà seguito nel 1984 un Q disc; dopo lo scioglimento del gruppo, Graziano Rey dapprima fonderà un duo, i Dribbling, incidendo per la Five Record, e poi si dedicherà alla canzone d'autore.

1) Epatite virale (Sandro Picciuolo-Roberto Magurano-Graziano Rey-Antonio Novo)
2) Lettera (Sandro Picciuolo-Roberto Magurano-Graziano Rey-Antonio Novo)

mercoledì 11 gennaio 2012

Jimmy Fontana con la Roman New Orleans Jazz Band - There's a small hotel/Piove (1959)












Questa è una delle prime incisioni di Jimmy Fontana, quando si dedicava ancora al jazz e non alla canzone (come farà in seguito con la Hollywood), ed è pubblicato da un’etichetta romana, la Consorti, legata ad un famoso negozio di dischi; non ho la copertina di questo disco, e non sono nemmeno in grado di dire se sia mai stato pubblicato, in effetti, con una copertina perchè tutte le copie che ho visto finora di questo disco erano in buste bianche forate.
Il cantante marchigiano è presente solo nel lato A, poiché il lato B è la versione strumentale del celebre brano presentato da Modugno a quella edizione di Sanremo, eseguito dalla Roman New Orleans Jazz Band (che accompagna anche Fontana).
“There’s a small hotel” è una canzone del 1935, scritta da Richard Rodgers per il musical "Billy Rose's Jumbo" (con testo di Lorenz Hart) ed in seguito ripreso da moltissimi jazzisti, tra cui Ella Fitzgerald, Benny Goodman, Chet Baker.
Bisogna dire che Fontana non sfigura affatto, anzi: se avesse deciso di continuare su questa strada giovanile e di non passare alla musica leggera, sarebbe sicuramente diventato uno dei più interessanti e importanti cantanti jazz italiani….ma la storia è andata diversamente.

1) There's a small hotel (Lorenz Hart-Richard Rodgers)
2) Piove (Domenico Modugno-Dino Verde-Domenico Modugno)

martedì 10 gennaio 2012

AA.VV. - Sanscemo 1990












E dopo il Cantagiro, un'altra raccolta dedicata ad una manifestazione canora, il Festival di Sanscemo.
Nato da un'idea del torinese Paolo Zunino (che è il tizio alla destra di Andy Luotto nella copertina), la prima edizione di questo festival della canzone demenziale si tenne al Palasport di Torino (per l'occasione ribattezzato Palacavolfiori) il 7 aprile 1990.
Negli anni '80 Torino aveva sottratto a Bologna il titolo di capitale del rock demenziale: se sotto le due torri il fenomeno aveva avuto origine con gli Skiantos, seguiti a ruota da gruppi come i Luti Croma di Tullio Ferro (l'autore di "Vita spericolata" per Vasco Rossi e "Washington" per Dalla, tanto per capirci....), i Windopen di Roberto Terzani, i Teobaldi Rock di Luca Carboni e Lino & i Mistoterital, ed anche un musicista come Mingardi, attivo da vent'anni, con i Supercircus si avvicinava a questo genere (vi ricordate "Pus"?), sotto la Mole a partire dagli anni '80 c'erano stati i Righeira (Johnson incide nel 1980 "Bianca Surf", su cui presto ritorneremo con un post), i Jambon Street Band, i Camaleunti, i Karamamma, Persiana Jones & le Tapparelle Maledette e le Vecchie Pellacce (il cui cantante era Marco Carena).
Per cui venne naturale a Zunino ideare e poi organizzare proprio in città un festival nazionale della musica demenziale, presentato da Andy Luotto, che ebbe un notevole quanto inaspettato successo di pubblico: il Palasport infatti fece il tutto esaurito, Videomusic lo trasmise in differita qualche giorno dopo, e la Polygram stampò il disco con alcune delle canzoni di quell'edizione, ed è proprio questo disco che vi presentiamo oggi.
Alcuni partecipanti, secondo criteri a me sconosciuti, non vennero inclusi, ad esempio i bravi Figli di Guttuso, i Riflesso e i liguri Puuh (che presentavano "Uomini fusi" ed arrivavano da Albenga), mentre gli Skiantos, pur non essendo in gara ma essendo presenti al Festival come ospiti, furono inseriti nel disco con una versione dal vivo di "Sono contro".
Il vincitore di quell'edizione fu Marco Carena con "Io ti amo", inserita poi nel suo primo album ma in una nuova registrazione, ed effettivamente la sua è sicuramente la canzone più divertente.
"Cecilia ti amavo" dei Camaleunti è già conosciuta dai lettori del blog (abbiamo presentato il 45 giri qualche mese fa), e si classificò al secondo posto nella classifica finale (al terzo arrivarono i Rudi Trudi, non inclusi però nel disco) ; "Quella del papà" dei Powerillusi è decisamente migliore nella versione presente nel primo album, in questa è troppo rallentata oltre che registrata in maniera decisamente primitiva, mentre "Sciampi ci guiderà" dei toscani Edipo & il suo Complesso risulta oggi all'ascolto incomprensibile (chi si ricorda oggi di Sciampi, un personaggio scoperto e lanciato da Piero Chiambretti che ebbe una vita televisiva breve ed effimera?).
Tra le altre canzoni sicuramente una spanna sopra la media è "Sussidiario" dei Lino & Mistoterital, gruppo nato a Bologna ma con elementi altoatesini e friulani tra i componenti; da ricordare infine i Karamamma con "I vicini di casa".
Il disco è completato dalle due sigle, eseguite dalla Banda Sanscemo, gruppo fittizio dietro cui si nascondevano Zunino e i suoi collaboratori.
La manifestazione dopo una decina d'anni ebbe un momento di declino, e le ultime edizioni furono spostate da Torino, dapprima a Genova e poi a Milano, dove nel 2005 si tenne quella che, a tutt'oggi, è stata l'ultima edizione di Sanscemo.

LATO A

1) Banda Sanscemo - Mia sorella Oronzo (Andy Luotto-Paolo Zunino)
2) Marco Carena - Io ti amo (Marco Carena)
3) Marco Giecson e i Camaleunti - Cecilia ti amavo (Valerio Gualandi-Roberto Padovan)
4) Karamamma - I vicini di casa (Beppe Caire)
5) Edipo e il Suo Complesso - Sciampi ci guiderà (Leonardo Bellucci-Fabio Fantini-Leonardo Bellucci)

LATO B

1) Banda Sanscemo - La Banda Sanscemo (Andy Luotto-Paolo Zunino)
2) Le Tombe di Eustachio - Torque Mada (Massimo-Penoncelli)
3) Fuorytono - Son disordinato (Claudio Gatto)
4) Lino & i Mistoterital - Sussidiario (Antonio Gualtirolo)
5) Powerillusi - Quella del papà (Vincenzo Ricotta)
6) Skiantos - Sono contro (Roberto Antoni-Fabio Testoni)

domenica 8 gennaio 2012

AA.VV. - Cantagiro 1969 & Casatschok (1969)












Come già sapete, negli anni '60 e '70, in occasione delle varie manifestazioni musicali, ogni casa discografica preparava la propria compilation, e quindi per un festival come quello di Sanremo c'era l'album dell'RCA, quello della Ri-Fi, e così via.
Abbiamo già presentato dischi di questo tipo, ed oggi parliamo del 33 giri della CGD legato al Cantagiro del 1969, che ha inserito nel titolo anche la canzone “Casatschok” che di quella manifestazione era stato uno dei maggiori successi, interpretato da Dori Ghezzi che però incideva per la Durium: quindi qui viene riproposta da Rika Zarai, cantante israeliana che oggi fa la scrittrice, e che del resto aveva lanciato in Francia questo brano, ricalcato sulla canzone russa “Katyusha” di Matvey Blanter (che non è citato tra gli autori in questa antologia).
Le altre canzoni sono presenti nella versione originale, cioè quella presentata al Cantagiro: vi è anche una canzone di Dorelli, “Addio”, che non mi risulta essere tra quelle partecipanti quell'anno alla manifestazione.
Sicuramente le canzoni più note sono “Rose rosse” e “Viso d'angelo”, oltre a “Grazie dei fiori”, incisa da Paolo Simone in una versione sinceramente trascurabile; Marcella, quasi agli esordi, con “Il pagliaccio” (cover di una canzone tedesca intitolata “Sì sì signorina”, incisa anche dalla Caselli) passa inosservata, in attesa dell'exploit di “Montagne verdi”.
Curiosamente in questa edizione del Cantagiro sono presenti gli Anonima Sound, con Ivan Graziani alla voce solista, e i Baci, con alla batteria Gilberto Rossi detto “Attila” che, pochi anni dopo, diventerà il batterista “storico” di Ivan Graziani.
Apro una parentesi raccontando una cosa (su cui però, ovviamente, non ho nessuna prova): tanti anni fa parlando con Ivan Graziani dopo un concerto e chiedendogli come mai nell'album “Parla tu” la canzone omonima aveva anche la sua firma mentre nel 45 giri originale no, il cantautore mi aveva detto che, in realtà, il repertorio dell'Anonima Sound era praticamente tutto scritto da lui, con qualche contributo minimo di Gualazzi e Monacchi, ma che non le aveva potute depositare perchè non era ancora iscritto alla SIAE.
Provate ad ascoltare “Josephine”: vengono in effetti in mente i tanti ritratti femminili che Graziani dipingerà in seguito (la canzone, peraltro, non risulta depositata in SIAE).
Brave Giuliana Valci (che esegue una cover di “Les roses du Brouillard”) e Paola Musiani, e bella la canzone dei Profeti, “La mia voce”, in cui si riconosce lo stile personale del grande Totò Savio, mentre mi pare decisamente sottotono la Caselli con “Emanuel”, nonostante gli acuti, o meglio i tentativi di acuti (direi che la Caselli comincia qui la sua parabola discendente).

LATO A

1) Caterina Caselli – Emanuel (Daniele Pace-Mario Panzeri-Lorenzo Pilat)
2) Anonima Sound – Josephine (Herbert Pagani-Enzo Bonagura)
3) Giuliana Valci – Le rose nella nebbia (Claudio Daiano-Guy Dubeau-Pascal Auriat )
4) I Baci – Il successo della vita (Luciano Beretta-Claudio Cavallaro)
5) Paolo Simone – Grazie dei fiori (Mario Panzeri-Giancarlo Testoni-Saverio Seracini)
6) Marcella - Il pagliaccio (Mogol-Ralph Dokin-Günter Loose)

LATO B

1) Rika Zarai – Casatschok (Giancarlo Guardabassi-Danilo Alberto Ciotti-Boris Rubaschkin-Tony Perdone)
2) I Profeti – La mia voce (Daniele Pace-Totò Savio)
3) Paola Musiani – Deserto (Giancarlo Bigazzi-Claudio Cavallaro)
4) Johnny Dorelli – Addio (Giancarlo Bigazzi-Claudio Cavallaro)
5) Massimo Ranieri – Rose rosse (Giancarlo Bigazzi-Enrico Polito)
6) I Camaleonti – Viso d’angelo (Daniele Pace-Mario Panzeri-Flavio Carraresi-Elio Isola)

giovedì 5 gennaio 2012

Gli Uh! – Addio sogni miei/Non sono solo (1970)












Continuiamo la carrellata sulla produzione discografica degli Uh!, giunta con oggi al quarto capitolo.
Il 45 giri che il complesso biellese pubblica nel 1970 si apre con una canzone scritta dal cantautore pinerolese Mario Scrivano, e nello sviluppo melodico è riconoscibile lo stile di questo musicista; gli Uh! lo arricchiscono con le tastiere e con la chitarra distorta.
Chitarra in evidenza anche nel retro, che è la cover di “I am the walrus” dei Beatles con il testo in italiano di Domenico Seren Gay, discografico del gruppo.
Sull’etichetta, come succede spesso per i dischi della Kansas, vi è un’incongruenza: in “Addio sogni miei” manca infatti la firma di Franco Zauli, presente invece nell’archivio Siae; inoltre Giorgio Seren Gay si firma con uno pseudonimo, Giessegi, che non è altro che l’acronimo delle sue tre iniziali.

1) Addio sogni miei (Giessegi – Vic Nocera – Mario Scrivano – Franco Zauli)
2) Non sono solo (I am the walrus) (Domenico Seren Gay – John Lennon – Paul McCartney)

martedì 3 gennaio 2012

Marius - Chiaro di luna a Paullo/Cocotte tango (1962)












Tempo fa abbiamo presentato uno dei due 45 giri incisi da Alberto Testa come cantante, “Chiaro di luna a Paullo”: oggi proponiamo un disco con un’altra versione di questa canzone, presentata da un certo Marius (di cui non so nulla) con il gruppo “Les Blousons Rouges”, pubblicato nel 1962 (la data sulla matrice è 26 giugno). .
La canzone la conosciamo e ne abbiamo già parlato; l’andazzo è quello simil-liscio dell’incisione di Testa, senza grandi differenze nell'arrangiamento.
“Cocotte tango”, sul lato B, è scritta da Piero Soffici che sull’etichetta usa lo pseudonimo “Ardiente”, ed è ovviamente un tango, non particolarmente rilevante.

1) Chiaro di luna a Paullo (Alberto Testa-Pierre Perrin-Jacqueline Claude Blondy)
2) Cocotte tango (Luciano Beretta-Piero Soffici)

lunedì 2 gennaio 2012

Mario Scrivano - Ho provato a morire/Sole in città (1969)












Ritorniamo a parlare del cantautore pinerolese Mario Scrivano presentando questo 45 giri che la Kansas pubblicò l’8 ottobre 1969.
Di una canzone in realtà avevamo già parlato: si tratta di “Sole in città”, che era stata già incisa da Scrivano come retro di “Lido di Andora”; questa nuova incisione è decisamente più riuscita dal punto di vista tecnico, per via dei mezzi a disposizione della Kansas, superiori sicuramente a quelli della piccola Artis, ed è arrangiata come un rhythm’n’blues..
“Ho provato a morire”, la canzone sul lato A, presenta una delle solite incongruenze della Kansas: infatti l’etichetta attribuisce il brano a Serengay e Scrivano, ma nel deposito SIAE ad essi sono da aggiungere Claudio Nobbio come paroliere e Franco Zauli e Alfonso Corsini come compositori delle musiche.
La melodia risente di certe sonorità del periodo un po’ alla Procol Harum, con il sax in evidenza nell’assolo centrale.

1) Ho provato a morire (Domenico Serengay-Claudio Nobbio-Franco Zauli-Alfonso Corsini-Mario Scrivano)
2) Sole in città (Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Giorgio Santiano)