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domenica 31 luglio 2011

Tullio Rapone – La porta (1990)













Nato a Roma, Tullio Rapone è, negli anni ’70, uno di quei ragazzi che bazzicano il Folkstudio cercando, ogni tanto, di proporre le sue canzoni.
Nel corso di quel periodo ha modo di conoscere alcuni dei giovani che, in seguito, diventeranno gli esponenti della cosiddetta “scuola romana” dei cantautori.
Rapone in seguito diventa insegnante e si trasferisce in Piemonte, lavorando in un Istituto Tecnico a Chieri….ma la passione per la musica è solo accantonata momentaneamente: nella seconda metà degli anni ’80 riprende ad esibirsi a Torino ed in Piemonte, e diventa un collaboratore della rivista musicale “Chitarre”.
Nel 1990 pubblica, con la piccola etichetta Musicando, il suo primo ed ultimo album, intitolato “La porta”, come il brano che, diviso in due parti, apre e chiude il disco e che non è scritto da lui ma da Maurizio Chiararia, cantautore e scrittore.
Tra gli altri autori presenti nel disco vi è anche Rolando Proietti, che oltre a cedere a Rapone alcuni suoi brani mette in musica insieme a lui una poesia del poeta dialettale romano Checco Durante.
Tra le canzoni vi è anche “Mary Mary”, scritta da Francesco De Gregori (che viene ringraziato per questo nell’interno della copertina).
Il fatto che Rapone, a differenza dei suoi amici dell’epoca, non abbia ottenuto un contratto all’epoca è spiegabile dai limiti che si evidenziano all’ascolto delle canzoni, che paiono un po’ tutte uguali: mancano insomma di quel guizzo (probabilmente anche per colpa degli arrangiamenti abbastanza prevedibili) che le renda non dico memorabili, ma almeno degne di nota.
Non aiuta, inoltre, la voce di Rapone, non particolarmente espressiva.
Si alzano un poco dalla piattezza media “Il cimitero degli Ugonotti”, “Marsiglia 1904” e la già citata “Mary Mary”.

LATO A

1) La porta (1) (testo e musica di Maurizio Chiararia)
2) Il teatro dei burattini (testo e musica di Tullio Rapone)
3) Le streghe: a) Clara Botzi (testo e musica di Rolando Proietti)
b) Ermanna (testo e musica di Tullio Rapone e Maurizio Chiararia)
4) Il cimitero degli Ugonotti (testo e musica di Rolando Proietti)
5) Marsiglia 1904 (testo e musica di Tullio Rapone)

LATO B

1) Mary Mary (testo e musica di Francesco De Gregori)
2) Piccola bimba cubana (testo e musica di Rolando Proietti)
3) San Giovanni (testo di Checco Durante; musica di Tullio Rapone e Rolando Proietti)
4) Ninnaò ninnaò (testo e musica tradizionale; rielaborazione di Tullio Rapone)
5) La porta (2) (testo e musica di Maurizio Chiararia)

sabato 30 luglio 2011

Ivan Graziani (Rockleberry Roll) - Desperation (1973)












Tra i concerti che ho visto quest'estate a San Bartolomeo al Mare uno dei più interessanti è stato quello dei fratelli Filippo e Tommaso Graziani, i due figli di Ivan, che ripropongono con l'aiuto di altri musicisti una scelta delle canzoni del padre, Filippo alla voce e alla chitarra e Tommaso alla batteria: una scelta non scontata che, oltre a successi come "Firenze" o "Lugano addio" recupera anche brani meno noti ma ugualmente interessanti come "Veleno all'autogrill" o "Isabella sul treno".
Da Filippo e Tommaso mi sono fatto autografare sul retro, accanto alla firma del padre Ivan che lo incise nel 1973, il disco di cui trattiamo oggi: non è chiaro se "Rockleberry Roll" sia un gruppo di cui Graziani era il leader o uno pseudonimo.
Graziani è autore di tutti i brani: anche i testi, tutti in inglese, alla SIAE risultano depositati da lui, pur essendo scritto sul retro di copertina che le canzoni sono scritte da Graziani e Widen, quest'ultimo quindi o è uno pseudonimo del cantautore o è un suo amico non iscritto alla SIAE che può aver contribuito alla traduzione delle canzoni.
Musicalmente i brani anticipano lo stile degli album successivi; una canzone, "Sometimes Maryanna", è stata incisa con un diverso arrangiamento ed il testo in italiano nel disco "La città che io vorrei".
Due canzoni, "Hi Jack" e "Give you all my love", vennero pubblicate su 45 giri ad ottobre del 1973.
Si tratta di una delle rarità di Graziani, anche a causa delle scarsissime vendite che ebbe, essendo la Freedom una piccola etichetta.

LATO A

1) Desperation
2) Like a boy I cried
3) Crystal Dale
4) For Julia
5) The message

LATO B

1) Sometimes Maryanna
2) Hy Jack
3) Give you all my love
4) Stupid strong man
5) Guitar woman

venerdì 29 luglio 2011

Giorgio Santiano - Auf Wiedersehen a Diano Marina


 "Son finite le vacanze", come cantava Rita Pavone...e dal 1975 per me la parola vacanza coincide con San Bartolomeo al Mare, ridente paese in provincia d'Imperia, attaccato a Cervo e a Diano Marina...per questo motivo il post di oggi è dedicato ad una canzone ambientata a Diano. In realtà questa sarà la prima di una piccola serie di post dedicati a luoghi turistici, da Andora a Riccione, che verranno pubblicati nelle prossime settimane, in alternanza con altri di argomento diverso.
Ma torniamo a Diano Marina: come molti sanno, questa cittadina ha dato il titolo ad una canzone di Bruno Lauzi, ma due decenni prima, nel 1960, era già stata inserita nel titolo di un brano di Giorgio Santiano, intitolato appunto "Auf  Wiedersehen a Diano Marina".
Giorgio Santiano era un musicista di Pinerolo, che aveva però studiato a Torino al Conservatorio Giuseppe Verdi, come potete leggere nell'articolo di Stampa Sera pubblicato nel 1960 e riprodotto qui a destra (dove viene citato anche un altro musicista piemontese citato dal blog, Giovanni Rosaclot): nello stesso articolo viene ricordata anche la canzone "Auf  Wiedersehen a Diano Marina", pubblicata su 45 giri dalla Cetra (la data sul vinile è 12 luglio 1960).
Sul retro "Amore e rock", scritta come il lato A da Santiano; la voce solista in entrambe le canzoni è di Paolo Comorio.
Tre anni dopo "Auf  Wiedersehen a Diano Marina" venne reincisa dal gruppo di Santiano su un 45 giri pubblicato dalla piccola etichetta piemontese Artis; in questo caso la data sul vinile è 20 febbraio 1963.
La registrazione mi pare differente, anche se l'arrangiamento è simile; la voce è sempre quella di Comorio, anche sulla canzone sul retro, "Buonanotte Monaco" (di Baviera, e non l'omonimo principato).
Sul retro di copertina è possibile vedere un'immagine di Giorgio Santiano con i musicisti del suo complesso.
Per la Artis incise anche Mario Scrivano, di cui ci siamo già occupati su questo blog (e di cui ci occuperemo ancora), e che collaborò anche con Santiano.
Concludiamo con un ricordo di Alberto Fortis, che sin da bambino frequentò ogni anno Diano Marina in vacanza, riportato nella sua autobiografia "Al, che fine ha fatto Yude?", pubblicata nel 2009 da Aliberti, alle pagine 42 e 43: "...i concerti nel locale di mia zia Dina, la taverna Fieramosca, che esiste tuttora, gestito da lei e dal maestro Giorgio Santiano con la sua orchestra, molto conosciuta a Diano Marina, che negli anni sessanta accompagnò per una stagione intera Lucio Battisti, alla vigilia del suo boom discografico. Giorgio Santiano era un musicista preparatissimo, diplomato al Conservatorio, con grande passione per la musica americana, jazz, orchestrale. Fu lui a trascrivere in musica la mia prima melodia, intitolata "E' forse vita", al pianoforte, diventata poi il mio secondo album "Tra demonio e santità". Un pianista che mi sono bevuto quando, seduto dietro al palcoscenico del Fieramosca, lo osservavo con ammirazione nelle sue performance: una grande scuola!".

1) Auf  Wiedersehen a Diano Marina
2) Amore e rock
3) Auf  Wiedersehen a Diano Marina
4) Buonanotte Monaco