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mercoledì 27 aprile 2011

Milva – Liberta! (1975)












Questo post doveva in origine essere inserito il 25 aprile poi, per vari motivi, non ho fatto in tempo a terminarlo, ed allora parliamo oggi di questo album di Milva, "Libertà" (ma sulle due etichette il titolo ha un punto esclamativo, assente in copertina): sicuramente uno dei adischi più adatti per la festa della Liberazione.
Si tratta di un concept-album del 1975 che racchiude canzoni di varia provenienza legate da un filo conduttore tematico, che è appunto la libertà, ed una di queste canzoni si intitola "25 aprile 1945": è un testo del commediografo Luigi Lunari musicato da Gino Negri ( il musicista che si occupa degli arrangiamenti del disco e che è anche autore di alcune musiche, e della traduzione di "Memento" e di "Horst Wessel Lied"), noto anche per l'incisione effettuata dai Gufi (con il titolo mutato in "Non maledire questo nostro tempo").
Alcuni di questi brani sono di provenienza latinoamericana: è il caso della celeberrima “La cucaracha”, messicana, e di “Venceremos” e “Simon Bolivar”, entrambe cilene (ed entrate nel repertorio degli Inti Illimani), mentre "Los cuatro generales" è un canto spagnolo antifranchista.
Dalla Germania proviene “Horst Wessel Lied”, con testo di Brecht, mentre “Viva la libertà”, che apre il disco, è un estratto dal “Don Giovanni” di Mozart, con il testo scritto da Lorenzo Da Ponte (…a tale proposito, si può affermare che Da Ponte-Mozart sono stati i Mogol-Battisti del ‘700!).
"Memento", già citato, è un brano di Garcia Lorca, mentre "Per i morti di Reggio Emilia", la celeberrima canzone del torinese Fausto Amodei che ricorda le vittime delle manifestazioni contro il governo Tambroni del luglio 1960 (Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri, ed Afro Tondelli, citati nel testo del brano) non ha certo bisogno di presentazioni.
"Nell'attimo breve" è un bel testo del poeta dalmata Nichi Stefi, musicato da Negri, e ricorda la strage neofascista del 28 maggio 1974 a piazza della Loggia a Brescia.
Infine una notazione su "Simon Bolivar": la canzone nell'interno della copertina  e nell'etichetta è attribuita a Ruben Lenna ed ad autore anonimo: si tratta di un evidente errore, poichè l'autore del testo è il paroliere (e spesso compositore) uruguaiano (anche se oggi tutti usano il termine uruguagio, di derivazione ispanica) Ruben Francisco Lena mentre la musica è dell'argentino Isidro Venezolano Contreras, musicista virtuoso del cuatro, che incise alcuni dischi negli anni '60 per l'etichetta "Discos Qualiton".


LATO A
1) Viva la libertà (Lorenzo Da Ponte-Wolfgang Amadeus Mozart)
2) Memento - Da "Opera poetica" (Federico Garcia Lorca; traduzione di Carlo Bo e Gino Negri)
3) Horst Wessel Lied (anonimo-Bertoldt-Brecht; traduzione di Gino Negri)
4) 25 aprile 1945 (Luigi Lunari-Gino Negri)
5) Per i morti di Reggio Emilia (Fausto Amodei)
6) Nell'attimo breve (Nichi Stefi-Gino Negri)

LATO B

1) Quaggiù in filanda (tradizionale; adattamento: Gino Negri)
2) La cucaracha (anonimo)
3) Los cuatro generales (anonimo) 
4) Venceremos (Sergio Ortega-Claudio Iturra)
5) Simon Bolivar (Ruben Lena-Isidro Contreras)


3 commenti:

  1. I Gufi avevano inciso “Non maledire questo nostro tempo” in quanto faceva parte del loro spettacolo “Non so non ho visto se c’ero dormivo” (1967, cfr. album omonimo), su testi, appunto, di Lunari (con cui il gruppo avrebbe collaborato anche in seguito). La musica di quella versione è di Lino Patruno, quindi è completamente diversa da quella composta da Negri, anche se alcune idee, come la progressione armonica per semitoni, sono quasi comuni. Direi che è proprio il testo a suggerire un’enfasi musicale. Il testo, a un primo raffronto, riporta un lieve cambiamento solo nel finale.
    Non so se la versione di Negri (tra le maggiori figure della musica contemporanea e della “nuova canzone” in Italia, oltre che della didattica, mancato vent’anni fa) fosse comunque anteriore, e fosse stata eseguita da altri, per cui, nel caso, Lunari avrebbe poi “riciclato” il testo per lo spettacolo, ma non ho trovato nulla che faccia pensare a questa ipotesi.

    “Venceremos” era stata incisa espressamente dagli Inti Illimani, interpreti del “Canto al programa” (1970), dove il programma elettorale di Unidad Popular (che aveva appena vinto le presidenziali, con Allende) veniva messo in musica, in forma di cantata (a opera di Ortega e di Luis Advis); era uno dei pezzi chiave, trattandosi dell’inno ufficiale del movimento. Qualche anno prima peraltro il gruppo aveva inciso anche “La cucaracha”, assieme ad altri motivi della rivoluzione in Messico.
    I dati su “Simon Bolivar” sono molto interessanti, anche perché, immagino, sconosciuti ai più. Considerando che l’attribuzione del brano ad “anonimo-Ruben Lenna (sic)” appare tale e quale sul famoso album “Viva Chile!” (1973), è quasi certo che, per il disco di Milva, il credito fosse stato ripreso da lì. Ricordo che un libro sugli Inti uscito nel 1977 per la Newton Compton accreditava in nota la musica di “Simon Bolivar” addirittura a Victor Jara.

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  2. What a shame: "3) Horst Wessel Lied (anonimo-Bertoldt-Brecht; traduzione di Gino Negri)"

    NO!!! The song is a Nazi-Hymn from 1930 BY Horst Wessel, an SA-man, and NOT by Brecht. Milva made an error.

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  3. Grazie per queste informazioni. C'è stata una lunga disquisizione infatti su 25 aprile 1945 / Non maledire questo nostro tempo. Il commento di Giuliano mi sembra che riassuma perfettamente la questione. Per ulteriori informazioni vedere
    Canzoni contro la guerra

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